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Il progetto MIP

Il progetto MIP si sviluppa attraverso incontri cadenzati e costanti. La Persona che intraprende il percorso individua, con il supporto di un trainer, il livello di compatibilità con il proprio modello ideale, nonché le linee guida per attivare un cambiamento in tale direzione.

Il servizio di video consulenza consiste in un colloquio privato (sessione) con un Trainer. Ogni sessione ha una durata di 60 minuti. E’ possibile richiedere una o più sessioni, anche continuative.

Ogni sessione permette di indagare, valutare, monitorare "il già fatto e il cosa fare", per allinearsi -nel tempo- al proprio Modello Ideale di Persona".

Il percorso MIP ha una durata strettamente connessa alla costanza ed all’impegno di colui che lo intraprende.
Già dalle prime sessioni è possibile valutare i risultati e la compatibilità con il proprio Modello Ideale di Persona.


I metodi

Il MIP è caratterizzato da un elevato livello di flessibilità e personalizzazione. Esso prevede la possibilità di integrare diversi approcci terapeutici. Tra i metodi MIP citiamo:

  • Mappatura dei Ricordi: mappatura dei ricordi: inquadramento del passato, per costruire - nel presente - il futuro desiderato;
  • Modello delle Cerchie Amicali e Presenze Significative (CAPS): un focus sugli “Altri Significativi" volto a rafforzare l’Identità Personale;
  • Teatro della Mente: simulate e tenzoni dialettiche permettono di padroneggiare "l'arena della vita";
  • Interpretazione dei Sogni: l’affascinante viaggio nel mondo dei sogni, viverli ed interpretarli in funzione del significato assegnato alla vita.

"Un sogno non è niente, tre sogni fanno indizio. Donami cinque sogni e ti dirò chi sei, da dove vieni e dove vuoi andare". (M. Thompson Nati, 1970).

"I sogni sorreggono le nostre più profonde emozioni. Per questo vanno corroborati giorno dopo giorno, portandoli avanti nella realtà". (M. Thompson Nati, 1970).



Il progetto MIP attraverso la scrittura creativa

Laddove tutto è partito - Il racconto che ha dato vita al MIP

“Questa è la storia di un gruppo di ragazzini tra i 9 e gli 11 anni, che seppero creare una sfida per i boschi, trascorrendo l'estate tra il divertimento di cose perdute. Uno di loro, Emanuele Sepe, diventerà, in età adulta, un noto cronista sportivo. Biagio Verdini un avvocato di successo. Guido Guinetti, detto Guinness, un valente medico chirurgo nelle zone di guerra. I gemelli Pagliaccio hanno dato vita a una catena di ristoranti in America, creando alcune tra le app più note nel settore ristorazione. Azzurro, per tutti Azzù, diverrà una celebre cantante e violinista; a 30 anni cambierà sesso, ma non la sua genialità, regalando successi musicali in tutta Europa. Pion, infine, la ragazzina ecuadoriana con un solo paio di scarpe, conquisterà, per 4 volte consecutive, il titolo di campionessa mondiale dei 10 mila metri, rappresentando l'Italia. Ma come hanno fatto questi ragazzini a conquistare le vette più alte in ciascun campo? Quella del 1977 fu un'estate indimenticabile. Fu quando incontrarono il vecchio e burbero Mario Thompson Nati il quale, un poco alla volta, saprà guidarli verso il loro Modello Ideale di Persona".
(M. Thompson Nati e i talenti nel bosco: storia di 6 ragazzini che entrarono nella leggenda, A. Battantier, 1996).


L'armonia di Charlie Brown

"Era un movimento molto disordinato. Quelle parti di me in divenire perennemente confuso, senza un criterio apparente. Presi a farci caso. Da qualche parte si andava, quelle tante particelle presenziavano alla vita. Era un movimento molto disordinato, si andava da qualche parte. Si finisce sempre per andare da qualche parte. Capire dove, mi avrebbe permesso di comprendere l'agitazione che da sempre pervadeva l'essere. Quegli urti, le guerre lancinanti entro me, i conflitti che mi attanagliavano e non trovavano risposta se non in nuove battaglie logoranti. L'armonia. Non l'avevo considerata. In fondo l'armonia è un insieme ordinato di caos sconclusionato, che trova ragion d'essere in un nuovo respiro primordiale".

(M. Thompson Nati e i talenti nel bosco: storia di 6 ragazzini che entrarono nella leggenda, A. Battantier, 1996).


Memorie di un adolescente

"Meglio essere esageratamente ambizioso e fallire, o avere successo per qualcosa di mediocre? L'amico mio Francesco dice che è meglio la prima e che se gli va male la vita (vuole fare il calciatore o il cantante) ha deciso che a 30 anni si ammazza, piuttosto che fare la vita da sfigato del padre o del fratello (che fanno i camerieri ma a me non sembrano così sfigati). Ma io penso: Non si potrebbe essere ambiziosi per qualcosa in cui si crede, senza essere mediocri e senza ammazzarsi? Gliel'ho detto a Francesco. Ha detto che ci pensa quando torna dal provino alla Ternana".
(Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, frammento di Matteo "Matto", 16 anni).


Memorie di un adolescente - La passione

"Lo stimolo è collegato alla Passione! Ognuno di noi dovrebbe trovare la sua Passione. La sera a letto torna utile chiedersi: Ho fatto tutto quello che potevo per la mia Passione? Per troppi anni neanche sapevo che esistesse questa domanda, poi ho iniziato ad avere paura della risposta. Oggi, ho 24 anni e non ho più paura della risposta, perché ogni giorno ci sto provando a portare avanti le mie passioni. Pure se nessuno le saprà riconoscere, io faccio rap, ma lo faccio per i miei amici e per l'energia che mi dà".
Memorie di un adolescente, 2007, A. Battantier, frammento di G. Bex).
"La scelta c’è dove c’è confusione. Per la mente che vede con chiarezza non c’è necessità di scelta, c’è azione". (J. Krishnamurti).


Combattere la dipendenza con la fantasia

"La fantasia andrebbe sperimentata più spesso nella realtà. L'uomo è un creatore di immagini fantastiche. È che alle volte sembra dimenticarsene e cerca altrove quel meraviglioso mondo che ha già dentro di sè. Il gioco d'azzardo, la cocaina, l'alcool, tutte le dipendenze, che altro sono se non mancanza di fantasia? Con la fantasia è possibile creare altre infinite fantasie. Ma senza fantasia, la realtà è poca cosa, ed è di una noia mortale. Ecco allora la dipendenza a ricreare artificialmente la fantasia, miraggi vuoti che donano provvisoriamente conforto al sopraffare della noia del nulla".
(M. Thompson Nati, Leadership for a sheep and others animals, 1996).


Memorie di una dipendenza - Frammenti

"E' una storia che toglie libertà. Il segreto per uscirne è uscire dal segreto che altrimenti resta una condanna, una malattia che non si guarisce brancolando cadaverici in anfratti misteriosi. E la tragedia è solo rinviata. In attesa di soddisfare quel bisogno d'amore mai riempito".
(Memorie di una dipendenza, 2007, A. Battantier, frammento di AV12v).


"Ho scoperto l'importanza dell'attività fisica solo ultimamente, grazie alle arti marziali. Mi fanno stare bene, e mi hanno allontanato (ormai da 4 anni) da alcol e cocaina (e pure sigarette quasi del tutto). Sembra una banalità ma il tempo dedicato allo sport è tempo tolto alla droga. Io sto cercando di coinvolgere i miei amici a fare sport ed ho visto che, almeno due che hanno iniziato a praticare, hanno smesso di bere, cioè, gli è proprio passata la voglia, perché è il corpo che te lo chiede. Senza fare il santarellino ho capito che: non è tanto il fumare, bere e pippare che fa male, quanto piuttosto: lo sport che fa bene".
(Memorie di una dipendenza, A. Battantier, frammento di G. Kyoto, 28 anni, 2014).


Non esiste vento favorevole al marinaio che non sa dove andare

"Se devi andare da una parte prima ti organizzi come andare, o no? Mica è tutto uguale. Voglio dire, bisogna scegliere, e mio padre mi diceva: non esiste vento favorevole al marinaio che non sa dove andare. Ma pure se lo sai dove andare, è meglio che scegli bene come fare per non annegare e per portare a casa la pellaccia. È pur vero che magari puoi prendere strade diverse e arrivi sempre dalla stessa parte. Ma tocca stare attenti: alle volte c'è solo una strada altrimenti so’ cazzi. Alle volte puoi prendere tante strade, anzi se so’ troppe non ci capisci niente, ma alle volte solo una è quella buona. Anzi, alle volte è pure meglio sarta’ un giro va".
(Memorie di una dipendenza, A. Battantier. Frammento di Lucio, 2014, coca vaffanculo).


Nel blog www.lapacedileonardo.blogspot.com è possibile leggere molti altri racconti terapeutici del Dott. Andrea Battantier
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MIGLIORARE IL RAPPORTO CON SE STESSI

Il MIP svolge un importante ruolo sociale per la prevenzione del disagio psicologico in un'ottica di benessere e salute mentale.
Tutti possono, attraverso il MIP, individuare le strategie e il percorso per raggiungere gli obiettivi atti a migliorare la propria qualità di vita ed il benessere generale percepito.

“Fin da piccolo amavo ascoltare e scrivere storie. Sono diventato psicologo e sceneggiatore, per continuare ad ascoltarne.
E per scriverne di nuove insieme a chi ha il desiderio di giocare seriamente alla vita.
Ho dato vita, tra gli altri, a M. Thompson Nati, T. Bergen, M. De Pretis, Padre Tosca Panunzio, Lao Bu-Shem, Millo Peg ed altri personaggi che hanno trovato l'autore".

Dott. Andrea Battantier

L’ideatore del Laboratorio MIP

Ph.D. in Psicologia Sociale (Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione, Roma): “Strategie negoziali nella risoluzione dei conflitti” (2006).
Dal 1995 Assessment Center selettivo e formativo, con particolare attenzione agli aspetti di ideazione ed erogazione.
Abilitazione all'esercizio della professione con concorso di Stato sostenuto presso l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
Iscrizione all'Ordine degli Psicologi del Lazio numero 1028430/11/95 (1997).
Laurea in Psicologia (Università degli Studi di Roma "La Sapienza", 1995): Leadership e Negoziazione in un contesto di Analisi Conversazionale e del Discorso.
Diploma di Sceneggiatura e Film Maker (2000).
Primo premio festival di Bra (2002).